4 novembre 2022

“Ancora oggi, dopo più di cento anni, non conosciamo il suo nome ma ricordarlo è il regalo più bello che possiamo fargli”

Annamaria Viggiani, Il Soldato senza nome – Storia del Milite Ignoto, Aurelia Edizioni, settembre 2022

 

4 novembre 2022…e il nostro pensiero ritorna lì.

Un brivido, una piccola lacrima che non riusciamo a trattenere, uno sguardo alto al quel cielo lontano, inconsapevole testimone di tanto dolore.

Davanti ai nostri occhi, oggi, almeno per un istante, è comparso l’Altare della Patria, custode del dolore comune di tutte le guerre.

Una preghiera abbiamo rivolto a quel Milite Ignoto, simbolo di tutti i Caduti della Prima Guerra Mondiale, e a Maria Bergamas, sua mamma spirituale.

Piano piano il dolore si è trasformato in commozione e davanti a tutti i monumenti in cui oggi si è celebrata la giornata del 4 novembre ci siamo sentiti orgogliosi. Orgogliosi di non aver mai dimenticato i nostri Eroi.

Lo scopo della nostra Associazione è proprio questo: non dimenticare mai!

E per farlo vogliamo partire dai più piccoli.

E’ sempre emozionante vedere scolaresche partecipare numerose a cerimonie come quelle di questa giornata. Non esistono “cose da grandi”, esistono  parole giuste per raccontare storie come quella del Milite Ignoto.

Abbiamo deciso di collaborare alla realizzazione di un libro illustrato per i bambini delle classi quarte e quinte delle scuole primarie intitolato “Il Soldato senza nome – Storia del Milite Ignoto” di Annamaria Viggiani, edito da Aurelia Edizioni.

Il libro racconta ai più piccoli la storia del Milite Ignoto.

Nelle intenzioni della pubblicazione l’auspicio che possa essere, per i bambini che lo leggeranno, un seme, da coltivare col passare degli anni, fino alla piena comprensione del Valore di questa Storia.

Buon 4 novembre 2022!

“Era la nostra protettrice di quella guerra dura”

“Era la nostra protettrice di quella guerra dura”

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia lunga più di un secolo. Il protagonista è Ernesto Maso, detto Domenico, papà dei nostri tre soci Rosanno, Ottorino e Virginio.

Era “una buia e tremenda notte oscura” del 1917. La seconda lunga notte di trincea per il Bersagliere Domenico Maso, ragazzo del ‘99. La pioggia scrosciante, il freddo e la paura. Il tuono delle granate.

Quella notte Domenico  e un compagno uscirono alla ricerca di  materiale utile per ricoprire la trincea e potersi riparare, almeno, dalla pioggia.

Nel buio della notte intravidero una costruzione, si accorsero che era una canonica, devastata dalle bombe e dai militari.

“Verso l’albeggio di prima mattina in un angolo di solaio vidi una madonnina […] verso mezzogiorno decidemmo che con la madonna in trincea di far ritorno. La portammo alta in spalla da baldi bersaglieri. Con il cuore che forte ci batteva per due paure i nemici e i superiori”.

In trincea scavarono una nicchia, vi deposero la statua  e “ben presto questo piccolo posto venne la meta di tutto il reggimento”.

La tennero in trincea per più di due mesi, finchè un reggimento di fanteria venne a dar loro il cambio.

Domenico e i suoi compagni furono trasferiti a Maser ma dopo pochi giorni tornarono a Covolo per riprendere la loro madonnina. “Era la nostra protettrice di quella guerra dura senza la madonnina tutti noi avevam paura”.

La portarono a Maser in spalle e lì la tennero per molti mesi, affinchè ricevettero l’ordine di “partire per un altro posto”.

“Allora la lasciai in custodia a una casa privata che il nome non ho mai saputo però mi sono fatto promettere che a guerra finita fosse restituita alla propria parrocchia.  Fu così che con molta gioia domenica 10 maggio 1970 a distanza di tutti questi anni mi recai per la prima volta a Covolo, mi informai di questo avvenimento e vidi con piacere che anche quella madonna è tornata alla sua chiesa. Come io felice tanti anni fa sono tornato alla mia casa che devotamente credo con l’aiuto di questa madonna”. 

La stessa madonnina che, a distanza di oltre cento anni da quella “buia e tremenda notte oscura”, nella ricorrenza della Festa dell’Assunta il 15 agosto 2022, ha riempito di gioia gli occhi e i cuori  dei cinque figli di Domenico: Aurelia, Giuseppe, Rosanno, Ottorino e Virginio, quando, in memoria degli altri cinque fratelli scomparsi e in ricordo del padre Domenico, sono andati in pellegrinaggio nella chiesa di Covolo per poter alzare con le loro mani quella stessa statua che per lunghi mesi aveva protetto tanti soldati dalle terribili insidie della guerra.

Discorso del Col. Lorenzo Cadeddu: Vittorio Veneto, 2 giugno 2022

2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA

Celebriamo oggi, in questa piazza a noi dedicata, perche anche noi facciamo parte del popolo, il 76°
anniversario di quel Referendum istituzionale che, dopo una sanguinosa guerra civile, portò alla
nascita della nostra Repubblica.
Personalmente considero questa circostanza tra le più significative fra le festività laiche che lo
Stato italiano ricorda perché per la prima volta le donne vennero ammesse al voto e perché l’esito
del Referendum istituzionale non fu un risultato scontato.
Non tutto il popolo riconobbe e accettò l’esito del referendum, si parlò di brogli, la Cassazione
dovette contare e ricontare ogni singolo voto per non dare adito a dubbio alcuno ma ci fu anche
chi giudicò il momento del Referendum non opportuno perché molti, troppi italiani furono esclusi
dal poter manifestare la propria volontà perché ancora rinchiusi nei campi di prigionia Alleati.
Ricordo a me stesso che gli ultimi fortunati combattenti rientrarono dalla prigionia in Russia
soltanto nel 1954.
Fatemi anche ricordare con orgoglio e soddisfazione come in questo momento a Roma il Gonfalone
dell’Ordine dei Cavalieri di Vittorio Veneto, orgoglio della nostra città, sta sfilando davanti al
Presidente della Repubblica e davanti a tutti gli italiani.
Oggi, la più parte della popolazione italiana non ha vissuto quel periodo e guardando questa piazza
non possiamo non constatare come quella che dovrebbe essere tra le più significative festività
laiche venga considerata da più parti come solo una giornata non lavorativa, una giornata non
scolastica da trascorrere al mare in un lungo ponte festivo.
Comprendiamo che una gita al mare è il meno che possa accadere dopo due anni di pandemia e
tre mesi abbondanti di guerra in Europa che hanno assorbito tutta le nostre energie fisiche e
psichiche .
La Associazioni d’Arma no!

Le Associazioni si stringono a quanti in tutti i tempi e in tutte le latitudini sacrificarono la loro vita
per consentirci oggi una vita dignitosa. Le Associazioni d’Arma onorano sempre i loro Caduti
che poi sono patrimonio dell’intera comunità nazionale.

Mi sia consentito a questo proposito e a titolo personale, una annotazione che in coscienza sento di
dover condividere con voi.
La Sezione del fante da qualche giorno ha abbrunato la sua Bandiera per ricordare le centinaia di
migliaia di Caduti in guerra di tutte le Armi e di tutte le Specialità che una improvvida legge ha,
nella memoria, ucciso una seconda volta.
Qualcuno mi ha ricordato che il Parlamento è sovrano cosa, peraltro, che so benissimo per forma-
zione culturale e per studi effettuati ma mi oppongo, con tutte le mie forze alla suddivisione dei
nostri Caduti in morti di serie A e morti di serie B.
Il legislatore, sbagliando, ha ritenuto che il sacrificio di coloro che sono caduti in una micro
regione del troppo esteso campo di battaglia abbia comportato sofferenze più dolorose di quelle
patite da chi è caduto lungo altri tratti di fronte come in Russia o come le sabbie infuocate della
Libia o davanti ai plotoni d’esecuzione tedeschi a Cefalonia o alle Fosse Ardeatine?
Noi non lo crediamo!
Io, ho avuto l’onore e l’ orgoglioso di aver servito in uno dei 10 reggimenti di fanteria che in Russia
meritarono ben 11 medaglie d’oro al valor militare “alle Bandiere” e tante medaglie hanno meritato
gli artiglieri, gli alpini, i cavalieri, i bersaglieri, i genieri e tutte le Armi e Specialità delle Forze
Armate per la stessa campagna di guerra.
Oggi, tutti pensiamo che la morte sia sempre un evento drammatico e traumatico in qualsiasi
latitudine avvenga.
Come si può credere che il dolore di una mamma, di una moglie o il dolore dei figli che
hanno perso un padre in guerra vari a seconda della longitudine in cui il padre fece olocausto
della giovane vita donata alla Patria?
Il grande Ugo Foscolo si era già posto questa domanda che trasformò nel noto verso dei Sepolcri
nel quale si chiedeva e chiede ancora oggi a noi se in determinate condizioni “….il sonno della

morte fosse men duro…”. E sappiamo tutti che non lo è……
Siamo certi che il legislatore intendesse giustamente riconoscere ai nostri fratelli alpini gli indubbi
meriti per essere sempre presenti ovunque ci sia bisogno di loro. Ma il testo della legge, mal
formulato, dice tutt’altro.
Per noi i Caduti hanno compiuto un ugual sacrificio per la medesima Patria.
E se posso permettermi, con molta umiltà, manifestando il mio personale dissenso per questa
Legge male scritta voglio chiudere questa riflessione con le parole di Gabriele D’Annunzio che
parlando dei combattenti disse “Nessuno fu primo perché nessuno fu secondo”.

Viva la Repubblica! Viva l’Italia!

Vi presentiamo il nuovo Direttivo!

Nel primo pomeriggio di sabato 7 maggio, a Santandrà, si riunito il consiglio federale dell’Associazione Nazionale del Fante Federazione Provinciale di Treviso. Oggetto del giorno il rinnovo delle cariche federali.
L’assemblea è stata presieduta del Sig. Sebastiano Lazzarato, il quale, con consenso dei presenti, dopo l’appello eseguito dal Segretario uscente Leonardo Viggiani, ha dato la parola al presidente uscente Pietro Prete. Prete ha ripercorso i momenti salienti del suo mandato, rievocano alcune cerimonie e ringraziando tutti coloro che lo hanno sostenuto in questi anni, dal Direttivo Provinciale a tutte le varie Sezioni.
Si passa poi al voto, vengono presentati i candidati è all’unanimità  vengono eletti  alla carica di presidente il Sig. Pietro Prete, alla carica di consiglieri i Sig. ri: Moreno Avanzi, Virginio Maso, Giovanni Mini, Bruno Querin, Luciano Tumburus, Gino Valerio, Leonardo Viggiani e alla carica di revisori dei conti i Sig. ri Sergio Amadio, Luigi Lucchese e Giuliano Schiavon.
È stata rinnovata anche la carica di Coordinatrice Provinciale del gruppo Patronesse. Nuova eletta, all’unanimità, la Sig.ra Daniela Tomasi e come vice la Sig. ra Paola Carraro.
Il Direttivo si è poi riunito il giorno 20 maggio, in sede a Nervesa, per procedere all’assegnazione delle cariche tra gli eletti. Questo è il risultato:
Presidente Provinciale: Prete Pietro
Presidente Onorario: Lazzarato Sebastiano
Vice Presidente Vicario: Avanzi Moreno
Vice Presidente: Valerio Gino
Segretario Provinciale: Viggiani Leonardo
Cassiere Economo: Mini Giovanni
Gruppo Storico: Querin Bruno
Coordinatore attività: Maso Virginio
Cerimoniere: Tumburus Luciano
Presidente del Collegio Sindacale dei Sindaci: Amadio Sergio
Sindaci: Lucchese Luigi, Schiavon Giuliano
Coordinatrice Patronesse: Tomasi Daniela
Vice Coordinatrice Patronesse: Carraro Paola
Non ci resta che augurare buon lavoro a tutta la squadra!

Notizie dalle nostre Sezioni: Istrana

Carissimi,

la Sez. Fanti di Istrana è lieta di invitarvi alla Prima Festa delle Associazioni, organizzata dalla Pro Loco assieme a tutte le associazioni del Comune di Istrana.

DOMENICA 5 GIUGNO 2022, PRESSO VILLA LATTES (ISTRANA).

I Fanti saranno presenti con un gazebo e Vi aspettano numerosi!!!

 

Ecco la locandina con il programma.

In caso di maltempo la manifestazione sarà spostata a domenica 12 giugno 2022.

 

 

Festa della Fanteria, la “Regina delle Battaglie”

Oggi, 24 maggio 2022, come ogni anno, celebriamo la Festa della Fanteria, la “Regina delle Battaglie”. In questo giorno non possiamo non pensare a tutti quei Fanti che si sono sacrificati per la nostra Patiria.

«Il Piave mormorava,

calmo e placido, al passaggio

dei primi fanti il 24 maggio»

E. A. Mario

 

 

Buona Festa della Fanteria a TUTTI i Fanti!!!

Lettera aperta sull’istituzione della giornata naz. della memoria e del sacrificio degli alpini…

Quando la Storia la vogliono scrivere i politici. Mi rivolgo al deputato Guglielmo Golinelli, primo
firmatario della appena istituita “Giornata del sacrificio alpino”. Il suddetto parlamentare
evidentemente non conosce la storia della campagna di Russia e ritiene, sbagliando, che quella
campagna militare si identifichi con gli alpini. Non sa, per esempio, che le divisioni di fanteria erano in Russia già dal 1941 mente gli alpini sono arrivati nell’agosto del 1942. Non sa, per esempio, che la divisione di fanteria Vicenza (che faceva parte del Corpo d’Armata Alpino) tallonava la divisione Tridentina subendone le medesime (dis)avventure. Anzi, leggo nella pubblicazione “Le operazioni delle Unità italiane al fronte russo (1941-1943)” edito dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (pag. 443) “La divisione Vicenza si rimetteva in marcia […] Un primo attacco mosso dai resti del II/277° (unità di fanteria NdA) veniva respinto e doveva essere ripreso dall’intera colonna, con l’appoggio di semoventi tedeschi. La colonna italiana penetrava nell’abitato, immobilizzava i carri armati sovietici, sconvolgeva gli apprestamenti difensivi, ma nuove forze russe attaccavano la coda della colonna distruggendo il Quartier Generale della divisione ed un’aliquota del CLVI battaglione divisionale. L’azione della Vicenza era servita a svincolare reparti della Tridentina e tedeschi…”. Dunque, l’azione di una “modesta” divisione di fanteria peraltro priva del reggimento d’artiglieria, con il solo armamento individuale e di reparto consentiva agli alpini della Tridentina di riprendere la marcia. Non crede onorevole che morire in guerra in ogni latitudine abbia uno stesso valore umano oltrechè simbolico? Crede che chi è caduto sulle sabbie infuocate di Alamein abbia sofferto meno di chi è caduto a Nicolajevka? Davvero crede questo? E crede anche che i 60 mila alpini caduti in Russia valgono più dei 359 mila fanti caduti sul Carso nella 1^ G.M.?
Questo accade quando la politica vuole scrivere la Storia per via legislativa. Onorevole, non avrà certamente il mio voto e credo saranno in molti a seguire le mie orme, anche alpini che hanno trovato questo provvedimento volto solo a distruggere la memoria dei Caduti in guerra. Non c’era bisogno di questo provvedimento divisivo perchè il sacrificio di coloro che sono morti in guerra era ed è ben rappresentato dalla figura del Milite Ignoto di cui da poco abbiamo celebrato il centenario.
Auspico solo che il Presidente della Repubblica che tra i suoi doveri ha quello di garantire l’unità degli italiani non ratifichi il provvedimento.

Con infinita disistima
Col. c.a. Lorenzo Cadeddu